Ultimamente mi è capitato di assistere a due serie di fatti: quelli che cercano "un cosplay a caso" e quelli che fanno il cosplay di un personaggio stravolgendo completamente la sua natura. Su Facebook scatenarono polemiche entrambi, perché molte persone giustamente si chiedevano che razza di modo di far cosplay fosse.
E' ancora accettabile il fatto di fare un cosplay appariscente e scosciato per il gusto di mettersi in mostra, se comunque il personaggio è fatto così. Ma stravolgere un personaggio che normalmente magari è puccioso e tenero rendendolo provocante e mezzo gnudo sarebbe da evitare: piuttosto fate il cosplay di Lamù o di Yoko, no?
Per non parlare di chi cerca "un cosplay a caso": a meno che la persona non conosca qualsiasi anime, manga, serie tv, film, fumetto, videogioco sulla faccia della Terra e apprezzi ogni singolo personaggio di quest'universo, non c'è nemmeno da discutere sul motivo per cui questa persona abbia fatto cosplay. Lo trovo davvero vergognoso, oltre che degradante per chi fa cosplay per passione.
Dato che tutta questa gente giustifica i propri insensati comportamenti dicendo "io faccio quello che voglio", mi piacerebbe ricercare una definizione di "cosplay" dato che, come non puoi essere definito collezionista se non ricerchi e conservi oggetti di una determinata natura, e come non puoi essere definito sportivo se non pratichi con una certa frequenza un determinato sport, non puoi essere definito cosplayer se non rispetti una serie di regole.
Molti fili di pensiero sono d'accordo sul considerare la parola "cosplay" come l'abbreviazione di "costume play" in cui play si traduce in "recitare" o, se vogliamo essere indulgenti, "giocare". Per tenere in conto entrambi i significati dei termini, potremmo dire che play intende "interpretare", in quanto "giocare con un costume" o "giocare in costume" sottintende che la persona costumata stia interpretando la parte del personaggio di cui imita il costume. Altrimenti non avrebbe senso prendersi la briga di indossare un costume, no? A meno che in lavanderia non abbiano perso tutti i vostri vestiti e gli unici rimasti siano un costume da Batman e uno da Goku.
Perciò possiamo concordare sul fatto che fare cosplay vuol dire "interpretare un personaggio" (metonimia di "costume"). Ora, cosa vuol dire interpretare?
Il caro Treccani riassume il termine interpretare con "attribuire un significato a qualcosa", in termini teatrali "sostenere una parte". Questo implica perciò un legame di senso tra il costume (e il personaggio che rappresenta) e il modo in cui noi lo portiamo (il nostro comportamento, atteggiamento ecc). Ovviamente il cosplayer deve conoscere abbastanza bene il personaggio, o questo non gli sarebbe possibile.
A questo sono arrivata solo analizzando la parola cosplay e la sua etimologia. E' una definizione molto ampia e che dà adito a numerose libertà, ma che non viene rispettata in nessuno dei due esempi sopra proposti.
Questa definizione di cosplay dà il via libera sia a chi è grasso e vuole interpretare un personaggio magro, sia a chi non conosce appieno tutto l'universo con cui interagisce il suo beniamino, sia a chi non ha indosso un costume tecnicamente perfetto; l'unico imperativo è la conoscenza del suddetto personaggio e la sua corretta (o almeno tentata in buona fede) interpretazione.
Chi fa cosplay per il gusto di girare per la fiera con addosso qualcosa di appariscente e strappare foto e notorietà non solo non può affatto definirsi cosplayer, ma contribuisce a mettere in ridicolo questo mondo già corrotto dai recenti coinvolgimenti mediatici che lo hanno mandato alla ribalta come una carnevalata di figli di papà troppo cresciuti.
Perciò, per favore, smettiamola di accettare come giustificazione "io faccio quel che voglio", perché sì, tu puoi anche fare quel che vuoi, ma non pretendere di essere definito cosplayer.
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